Lapidi

Acino Domenico

Comandante della SAP (Squadra Azione Patrioti) di Chieri Erano un gruppo di partigiani clandestini che
operavano nelle fabbriche. Avevano collegamenti con le formazioni partigiane della zona. Fornivano
materiale bellico, benzina, armi, vestiario,
Durante i movimenti di preparazione della liberazione di Torino, il 20 aprile 1945, veniva colpito a morte in
corso Torino ove ora esiste il Cippo.

Fonte ANPI Chieri

Baletti Emilio

Emilio Baletti (detto Milio), di anni 56, nato a Castelnuovo Don Bosco (Asti) il 31 luglio 1888, lattoniere, coniugato con Luigina Capra (di Chieri, provincia di Torino). Assessore comunale socialista a Chieri, è arrestato nell’aprile del 1921 per cospirazione politica, detenuto per 23 mesi nelle carceri Nuove di Torino fino al processo, quando viene assolto. Trasferitosi ad Alberga (Savona), continua l’attività politica clandestina, che intensifica dopo l’8 settembre. Il 24 maggio 1944, in seguito a delazione, è prelevato da casa con una scusa di lavoro, incarcerato prima a Oneglia e poi a Genova. Torturato dalle SS, non fa nomi. È trasferito a Fossoli ai primi di giugno, matricola 1475. Il suo corpo, contrassegnato all’esumazione col numero 57, fu riconosciuto da una carta d’identità del Comune di Albenga; l’identificazione fu confermata dalla vedova il 26 giugno 1945. La salma di Baletti fu trasportata a Chieri con un solenne funerale il 1° luglio 1945. Dall’aprile 1965 è tumulata nel Sacrario degli Eroi della Resistenza del cimitero di Chieri.


Fonte Anpi Chieri

BROSIO ALDO- MUSSA ALDO – CANDELO LUIGI -CANDELO SECONDO
Partigiani del Gruppo operativo “Nando”

Azione militare comandata dal tenente Aldo Brosio . Allo scopo di procurarsi prigionieri tedeschi necessari
per lo scambio, scendono a Chieri quattro partigiani : Brosio Aldo. Mussa Aldo, Candelo Luigi, Candelo
Secondo.
Catturano un ufficiale tedesco che viene caricato sull’automezzo e si dirigono verso Riva
Si imbattono in un posto di blocco a loro insaputa. L’ufficiale tedesco alla vista dei suoi commilitoni con un
colpo al volante mandò fuori strada l’automezzo. I quattro partigiani vengono catturati e viene loro
intimato di scavarsi la fossa con la vanga. Con il coraggio della disperazione gettano le vanghe sui tedeschi
più vicini e cercano di fuggire ma dopo solo pochi metri vengono catturati e massacrati.
In seguito venne fatto lo scambio delle salme con quattro prigionieri tedeschi

Brosio Aldo Medaglia d’argento al V.M.

Fonte ANPI Chieri

Cavaglià Giovanni

Nato a Chieri il 12.02.1918 residente in via Avezzana 31, militare apparteneva al III° Regimento Alpini di
Chivasso.
Partigiano col nome di battaglia Giovanni, venne ferito gravemente durante un’azione militare contro un
presidio fascista accasermato in via 4 novembre a Chieri, dove oggi si trova la lapide
Causa della morte: emorragia da ferita in combattimento

Fonte Anpi Chieri e Archivio del Partigianato

Cravero Michele

Nato a Chieri il 15.11.1919 e residente in via Albussano 9
Partigiano XIX° Brigata Garibaldi dal 9 settembre 1943 al 8 maggio 1945
Durante un servizio di perlustrazione nella zona del chierese, cadeva vittima di un incidente sulla strada Chieri-Cambiamo dove esiste il cippo.

Fonte Anpi Chieri

Folis Domenico

Domenico Folis nacque a Pino Torinese il 12 giugno 1922. Trascorse la sua infanzia tra la parrocchia e la campagna, dove aiutava i genitori nei lavori agricoli. Venne chiamato alle armi nell’aprile del 1942 e inquadrato nel Terzo reggimento Alpini Battaglione Exilles. Fece addestramenti a Cuneo, Saluzzo, Pinerolo e al Forte di Exilles. Venne destinato alle operazioni nei Balcani nel settembre del 1942 ma per una malattia fu ricoverato e posto in aspettativa.

Dal 5 marzo 1944 entrò nella Banda Cattolica partigiana insieme ad alcuni amici pinesi con il nome di battaglia MINOT, dopo aver saputo dal suo parroco, Don Levrino, che a Cumiana si stava costituendo una formazione partigiana autonoma con renitenti alla leva e militari, al comando del capitano degli alpini Silvio Geuna.

Dopo i primi combattimenti in quella zona, data l’inferiorità numerica nel contrastare il nemico-, la banda si spostò in Val Chisone, al “Gran Dubbione” (Colle dell’Aquila).

Domenico, profondamente cattolico, partecipava, quando era possibile, alla messa domenicale a Villaretto con i suoi compagni con i quali aveva formato un gruppo di cantori.

La banda effettuava principalmente azioni di sabotaggio.

Nel maggio del 1944, intensificandosi i rastrellamenti della Decima Mas in Valle, si decisero rifornimenti di armi leggere presso la Brigata Autonoma Val Chisone. All’alba del 13 maggio Domenico, che era insieme ad alcuni compagni durante uno di questi spostamenti, venne colpito a morte da una raffica di mitra.

Fu sepolto nel cimitero di Villaretto Chisone dove rimase fino al 10 giugno del 1945 quando la famiglia e i compagni ne traslarono le spoglie nel cimitero di Pino Torinese.

Fonte Anpi Chieri

Levi Oscar

Oscar Carmine Levi nasce a Monza l’8 aprile 1915.Prima della caduta del regime fascista prende parte all’attività clandestina organizzando e distribuendo dei manifestini di propaganda; dopo l’8 settembre si rifugia in Valle d’Aosta. Aggregatosi alla 101.a Brigata Marmore nel maggio del 1944, svolge attività partigiana in Valle d’Aosta. Fatto prigioniero durante un rastrellamento tedesco, viene fucilato il 12 novembre del 1944 ad Aosta, nella Caserma di Chiarle. Ad Oscar Carmine Levi viene conferito il Certificato di Patriota, il Brevetto di Partigiano e gli viene assegnata la Medaglia d’argento al Valor Militare della Campagna di Liberazione 1943-1945 alla memoria.

Pietragrua Emilio

Nato a Milano il 6 luglio 1921, fucilato ad Aosta il 12 novembre 1944, tenente degli Alpini.
Ufficiale degli Alpini in servizio in Valle d’Aosta, dopo l’8 settembre 1943 aveva raggiunto le prime formazioni partigiane che si andavano formando in Valtournanche. Come ricorda Roberto Nicco nel suo libro “La Resistenza in Valle d’Aosta”, il giovane tenente si trovava il 12 novembre 1944 a presidiare con i suoi partigiani, nel comune di Antey Saint André, il posto di blocco di Covalou.
I partigiani non riuscirono a resistere all’attacco sferrato dai nazifascisti con forze preponderanti e il tenente fu catturato con alcuni suoi uomini. Portato ad Aosta, Emilio Pietragrua fu fucilato dai tedeschi, nella notte tra il 12 e il 13 novembre.
Sulla casa dove il ragazzo aveva abitato a Milano, in piazza Giulio Cesare 19, una lapide oggi così lo ricorda: “Qui dimorò – Emilio Pietragrua – alpino e soldato della – Libertà – nella resistenza eroica al – nemico – si votò al sacrificio supremo – e cadde sotto il piombo – tedesco”